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Sono stati stanziati ben 25 miliardi di Euro per far fronte all’epidemia del corona Virus in moltissimi settori. Dalla sanità alle imprese tenendo in considerazione chiaramente anche i lavoratori autonomi e le imprese individuali.

Come sempre, nel nostro blog, abbiamo un occhio di riguardo per quest’ultimi e di seguito andiamo a sviscerare quali sono le misure di sostegno previste proprio per questa tipologia di lavoratori.

Indennità di 600 € per le partite iva e non solo

Il decreto “CURA ITALIA” (D.L. 17 marzo 2020 n. 18) appena pubblicato ha l’obiettivo di tamponare la crisi italiana dovuta all’emergenza sanitaria ma anche economica del corona virus. Tra le tante misure previste dal Decreto una delle più importanti prevede degli aiuti ad i lavoratori autonomi e agli imprenditori. Queste categorie di lavoratori infatti risultano tra le più colpite dal blocco quasi totale delle attività delle settimane precedenti.

Per fronteggiare questo blocco il governo attraverso il decreto ha predisposto un indennizzo del valore di € 600, il quale non concorre alla formazione del reddito. L’indennizzo significa che non sarà soggetto a tassazione (ci mancherebbe). Vediamo nello specifico quali sono le categorie di lavoratori che possono accedere a questo sussidio.

A chi è rivolto l’indennizzo di 600 euro

I lavoratori che hanno diritto a richiedere l’indennizzo di 600 € varato dal governo per fronteggiare l’emergenza corona virus sono:

Per i titolari i titolari di partita IVA, ovvero lavoratori autonomi, commercianti ed artigiani è importante fare una precisazione, la partita IVA deve essere attiva almeno dal 23 febbraio 2020. Se avete aperto la vostra partita IVA in data successiva non sarà possibile richiedere l’indennizzo.

Gli esclusi dal bonus 600 euro

Dall’elenco del paragrafo precedente vediamo che alcune categorie sembrano essere escluse da questo indennizzo, salta infatti subito all’occhio la mancata menzione dei professionisti che hanno una propria cassa di previdenza (es. architetti, ingegneri, avvocati, biologi, psicologi ecc…).

Per i professionisti con cassa però è stato determinato che verrà comunque erogato un’indennità pari sempre a € 600 tramite il fondo di ultima istanza di cui parleremo più avanti nello stesso contenuto.

Risultano anche esclusi quei titolari di partita IVA, commercianti o lavoratori autonomi che sono già titolari di reddito da pensione, iscritti ad altre forme previdenziali (es. i lavoratori dipendenti contemporaneamente titolari di partita IVA).

Il “bonus” stanziato dal governo non è dunque cumulabile con altre tipologie di reddito o indennità al di fuori da quelle previste.

Come si richiede l’indennizzo? Da chi viene erogato?

L’ente individuato per l’erogazione dell’indennizzo del valore di 600 € è l’INPS alla quale dovrà essere presentata apposita richiesta.

Stando alle ultime ultime indiscrezioni e dalle informazioni rilasciate direttamente dal presidente dell’INPS in alcune interviste l’indennizzo dovrà essere richiesto attraverso una procedura online direttamente sul sito INPS.

Per accedere a tale procedura sarà necessario avere a disposizione il PIN INPS o essere in possesso di SPID o firma digitale (CNS), cosa che probabilmente molti contribuenti non hanno a disposizione.

La richiesta del PIN INPS è molto semplice tuttavia, al termine della procedura di richiesta viene rilasciato solo parte del PIN mentre una seconda parte viene recapitata per posta in circa 10 giorni.

In una situazione di blocco totale, chiaramente, questa non sembra una strada percorribile.

Per ovviare questa problematica lo stesso presidente INPS ha dichiarato che nei prossimi giorni verrà attivata una procedura speciale per la richiesta di un PIN INPS dispositivo semplificato per i contribuenti. Il nuovo PIN che darà la possibilità di effettuare la richiesta verrà rilasciato direttamente tramite SMS e sarà quindi possibile accedere alla propria area personale INPS e richiedere solo il bonus di 600 € per i titolari di partita IVA.

Non si tratta di un nuovo PIN, ma soltanto della prima parte del PIN che viene rilasciato normalmente. INPS però darà la possibilità, vista la situazione straordinaria di poter effettuare la richiesta solamente tramite la prima parte del PIN.

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Quando inoltrare la domanda per i 600 €

Al momento sul sito INPS è presente una voce: “indennità covid-19” tuttavia non è ancora possibile inoltrare la domanda. Sul sito INPS il 27 marzo è stato pubblicata una notizia che riporta che si potrà cominciare a richiedere il bonus di 600 € a partire dal 1 Aprile. È presumibile che l’attivazione della procedura porterà via qualche giorno e le prime somme saranno erogate durante la seconda settimana di aprile.

Ci sarà abbastanza denaro per tutti?

Nonostante l’ingentissima somma stanziata dal governo è bene far presente che esiste un limite di spesa ammissibile. In questo senso, nel caso in cui le domande superino l’importo previsto il valore dell’indennità verrà ridotto in proporzione.

L’indennizzo di 600 € per il mese di marzo è una tantum?

Una domanda che ci hanno posto nelle ultime ore è se l’indennizzo previsto dal governo per il mese di marzo sia una tantum o se ce ne saranno altri.

Al momento purtroppo non esiste una risposta, è certo che se l’emergenza dovesse proseguire anche per i prossimi mesi sicuramente il governo provvederà all’emanazione di ulteriori decreti volti a risollevare l’economia italiana. Ad oggi, nel decreto legge per l’indennizzo ci si riferisce espressamente al mese di Marzo.

Al via i primi pagamenti del bonus di 600 € per le partite iva

A partire dal 14 aprile 2020, INPS ha cominciato ad erogare i primi pagamenti relativi all’indennità di 600 euro per le partite IVA. Prevediamo che nel giro di un paio di settimane verranno evase tutte le richieste.

Per chi ancora non avesse ricevuto il proprio bonifico potrà controllare se il proprio pagamento è in fase di evasione o meno all’interno della propria area personale. Entrando sul proprio fascicolo previdenziale, sul menù a sinistra cliccando alla voce prestazioni e successivamente su pagamenti dovrebbe essere presente la voce “indennità covid 19“.

Qualora comunque non fosse ancora presente INPS ha ribadito che tutte le richieste saranno evase. Se hai completato correttamente la domanda il denaro arriverà. Dovremo insomma armarci ancora di un po’ di pazienza.

Fondo di ultima istanza, cos’è? A chi è rivolto?

Il decreto legge, oltre al bonus di 600 € per i lavoratori autonomi ha previsto con l’articolo 44 un fondo di ultima istanza per ulteriori categorie di lavoratori, citando il decreto: “i lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID 19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro”. In questa categoria, rientrano i professionisti iscritti ad un ordine muniti di cassa di previdenza. A questo fondo sono stati destinati 300 milioni di euro (anche in questo caso supponiamo che il denaro non sarà sufficiente per tutti gli aspiranti). Anche in questo caso, sulle modalità, l’importo e l’erogazione dello stesso si attendono dei decreti dei ministeri competenti entro 30 giorni dalla pubblicazione del D.L. “cura Italia”.

Bonus di 600 € anche per i professionisti con cassa

Nella giornata del 28 Marzo il ministro Catalfo (ministro del lavoro e delle politiche sociali) d’accordo con il ministro dell’Economia Gualterio hanno firmato un decreto che prevede che tramite il fondo di ultima istanza verrà erogato un bonus di 600 € anche per i professionisti ordinistici che hanno una cassa previdenziale di riferimento (es. architetti, ingegneri, avvocati, biologi, psicologi ecc…).

Rispetto al bonus concesso ad i professionisti INPS, artigiani e commercianti però al fine di vedersi riconosciuto il bonus i professionisti con cassa dovranno rispettare dei requisiti.

Questi professionisti avranno diritto al bonus di 600 € se:

Sul secondo punto il decreto ministeriale all’art. 2 chiarisce le definizioni di cessazione/riduzione/riduzione/sospensione dell’attività.

Per cessazione si fa riferimento alle cessazioni tra il periodo 23/2/2020 e 31/3/2020.

Rispetto alla riduzione/sospensione dell’attività i professionisti dovranno dimostrare una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito del primo trimestre 2020 rispetto al primo trimestre del 2019. Il reddito dovrà essere determinato in base al principio di cassa come differenza tra i compensi percepiti e le spese sostenute per l’attività. Al fine di verificare il reddito viene inoltre precisato che non assume rilevanza solo il reddito da lavoro autonomo ma è necessario considerare tutti i redditi percepiti.

NB: su tale punto, si deve porre attenzione sulla questione delle partite IVA forfettarie il cui reddito non concorre alla formazione del reddito complessivo dalla dichiarazione dei redditi. Ad oggi purtroppo non abbiamo ancora chiarimenti.

Per accedere all’indennità inoltre, non sarà necessario essere in regola con i contributi per il 2019, come invece era previsto nella prima versione del decreto ministeriale.

Professionisti con cassa come richiedere il bonus 600 euro

In primis diciamo che per ottenere l’indennità i professionisti con cassa dovranno rivolgersi direttamente alle proprie casse professionali.

Inoltre, come il bonus INPS anche il bonus del fondo di ultima istanza non concorre alla formazione del reddito e non è cumulabile con altri bonus del decreto “cura Italia” o il reddito di cittadinaza.

Le richieste, come per il bonus INPS dovranno essere inoltrata a partire del 1 aprile 2020 e sarà compito della cassa di previdenza effettuare le valutazioni sulla regolarità e l’erogazione della somma.

NB: è importante precisare che a dispetto del bonus INPS, per il bonus previsto per i professionisti con cassa viene posta una data di scadenza per l’inoltro della domanda. Viene disposto che le domande saranno considerati inammissibili dopo il 30/4/2020.

A questo proposito, consigliamo di monitorare sempre il sito della vostra cassa professionale per tenervi sempre aggiornati sulle modalità di inoltro della domanda.

sostegno alle partite iva decreto cura italia

Altre agevolazioni per le imprese

Oltre ad una iniezione di puro denaro liquido, il governo nel decreto ha posto anche ulteriori agevolazioni e aiuti alle imprese per sostenerle in questo periodo di crisi.

Vediamo a grandi linee di cosa si trattano questi aiuti ed a chi sono rivolti.

Credito d’imposta botteghe e negozi

Per gli imprenditori, tranne per le attività non sospese si prevede per il 2020 un credito d’imposta pari al 60% del valore del canone di locazione relativo al mese di marzo per gli immobili che rientrano nella categoria C/1. È bene far presente che non possono usufruire del credito d’imposta gli imprenditori che non hanno subito il blocco dell’attività. Inoltre non potranno vantare dell’agevolazione nemmeno i professionisti/lavoratori autonomi/freelance che svolgono la loro attività in uno studio che ha come categoria catastale C/1. Il vantaggio è disposto solo per le imprese.

Sanificazione dei luoghi di lavoro

Per incentivare la sanificazione degli ambienti di lavoro come misura contenitiva del contagio del Corona Virus per imprese e professionisti viene riconosciuto un credito d’imposta pari al 50% delle spese per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro sostenute e documentate fino ad un massimo di 20.000 per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 50 milioni di euro per il 2020.

Mutui prima casa

Il decreto “CURA ITALIA” prevede inoltre anche per nove mesi dalla data di entrata in vigore, l’acceso anche per i lavoratori autonomi al cosiddetto fondo Gasparrini. Sarà quindi possibile una sospensione del mutuo sulla prima casa per quei lavoratori che autocertifichino un calo di fatturato di almeno il 33% rispetto al 4 trimestre dell’anno precedente nei mesi di marzo, aprile, maggio o dal periodo successivo al 21 febbraio alla data di presentazione della domanda. Per l’accesso alla sospensione non sarà necessario l’ISEE ma basterà una semplice autocertificazione

Alcune banche hanno già predisposto la modulistica ad hoc per effettuare la domanda.

Fidi non revocabili fino al 30/9

Buone notizie anche per coloro che avevano richiesto una linea di credito o dei finanziamenti. Nel decreto un provvedimento riporta che gli imprenditori che avevano richiesto l’apertura di una linea di credito non potranno vedersi chiuso il fido almeno fino al 30/9.

Alla scadenze prefissate inoltre vengono previste le sospensione momentanee del pagamento delle rate o dei canoni di leasing. Le rate in scadenza in questo periodo potranno essere sospese e dilazionate assicurando l’assenza di nuovi oneri, sarà facoltà delle imprese richiedere tale sospensione e rinegoziazione.

Proroga per la richiesta dell’anticipo NASPI

Il decreto ha previsto anche l’allungamento di ulteriori 60 giorni per la richiesta dell’anticipo della NaspI in un’unica soluzione come incentivo all’imprenditorialità nel caso di apertura di una nuova partita IVA. La richiesta dell’anticipo della disoccupazione in soluzione unica perciò potrà essere effettuato entro 90 giorni dall’apertura della stessa anziché il solito termine di 30 giorni.

Rinvio scadenze fiscali

Ultimo tema affrontato, ma non per importanza, sono le scadenze fiscali. Attraverso il decreto infatti sono sospesi i versamenti e gli adempimenti. Sono sospesi per tutti infatti gli adempimenti diversi dall’effettuazione della ritenuta alla fonte e delle trattenute relative all’addizionale comunale e regionale che scadono tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020, es. dichiarazione IVA, LIPE del primo trimestre ecc…

Per i soggetti che hanno volumi di fatturato inferiori a € 2.000.000 nel 2019 sono sospesi i versamenti per autoliquidazione IVA, ritenute per lavoratori dipendenti e INPS e contributi INAIL per le scadenze tra l’8/3 e il 31/3. Questi versamenti dovranno però essere eseguiti in un’unica soluzione o con un massimo di 5 rate a partire dal 31/5/2020

Per coloro che invece, hanno un volume di fatturato inferiore a € 400.000 nel 2019, fino al 31 marzo potranno non applicare la ritenuta d’acconto (parliamo dei professionisti in regime IVA). Qualora si avvalessero della seguente opzione però i professionisti dovranno rilasciare una dichiarazione per la quale si impegnano a versare la ritenuta entro il 31/5/2020 in un’unica soluzione o in un massimo di 5 rate.

Riguardo invece la stagione della dichiarazione dei redditi ormai alle porte non sono stati previste ancora misure ma prevediamo che nei prossimi mesi anche le consuete scadenze estive verranno prorogate.

Quelle appena descritti sono i provvedimenti previsti dal governo in questo periodo di crisi, il denaro è stato stanziato e la manovra sembrerebbe in prima battuta valida a tamponare questa prima emorragia del tessuto economico italiano.

Probabilmente il denaro non basterà per tutti e verrà via via ripartito, da notare anche la non considerazione di moltissimi professionisti, quelli muniti di cassa previdenziale per i quali è stato stanziato solo un fondo di ultima istanza di valore ben inferiore a quello destinato ad i professionisti INPS, gli artigiani e commercianti.

Ultimo appunto, certamente da non sottovalutare è l’introduzione di un aumento di due anni dei termini di accertamento da parte del fisco! Una disposizione che francamente è assurda in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo in queste settimane.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 28/03/2020
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    5 commenti
  1. Stefania ha detto:

    Buongiorno, mio marito artigiano ha aperto la partita iva giugno 2019; la bozza del dpcm di Aprile ormai direi di Maggio parla di una conferma dei 600 euro per il mese di Aprile ed un innalzamento a euro 1000 per Maggio purché ci sia una riduzione del 33% del fatturato per il secondo bimestre 2020 rispetto a quello del 2019.
    La mia domanda è la seguente: mio marito avendo aperto la partita iva a Luglio 2019 quindi dopo il 2°bimestre 2019 ne potrebbe aver diritto ?

    Grazie molte

    • Michele (Partitaiva24.it) ha detto:

      Buongiorno Stefania,

      ancora non è chiaro quali saranno le regole per richiedere eventuali indennizzi per il mese di aprile e di maggio 2020, purtroppo al momento non sono presenti i decreti legge con le relative istruzioni. ti invito a continuare a seguirci per essere aggiornata sul da farsi.

  2. mauro ha detto:

    Buongiorno e grazie per la risposta.
    Mi riferivo ad iscritti alle casse professionali e rientranti sotto il tetto del 35000 euro. Avendo un unico cliente ed avendo continuato a lavorare da casa hanno percepito il solito compenso. Eppure hanno chiesto ed ottenuto i 600 euro.
    La mia domanda verteva sul fatto che così facendo hanno sottratto risorse a chi ha subito davvero un danno economico, configurando così, se non un atto di sciacallaggio un ingiustificato profitto extra, una speculazione.
    Da quello che mi scrive però anche INPS non ha richiesto alcun requisito di riduzione del fatturato e la cosa mi lascia molto perplesso.