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Come aprire e quanto costa una partita iva?

In un mercato del lavoro sempre più dinamico e imprevedibile chi è costretto a mettersi in proprio si trova di fronte allo scoglio dell’apertura della partita IVA. Siccome a scuola non ti insegnano nulla o quasi su questi aspetti importanti che regolano la vita di migliaia di persone, ci si trova spesso impreparati. Vedremo in questo articolo alcuni aspetti importanti rispondendo alle domande più comuni sulla partita IVA: Quanto costa? Quali sono le pratiche da sbrigare? È necessario un commercialista? Posso far da solo?

Sommario

Cosa è una partita iva

Il costo dell'apertura della partita iva

Perché incaricare un intemediario

Il codice ateco

Il regime fiscale

Conclusioni

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Cosa è una partita iva

Come il codice fiscale identifica i privati (ognuno ha un codice fiscale diverso da quello di chiunque altro) la Partita IVA identifica un’attività economica svolta o da un professionista o da un’impresa. Questa si compone di 11 numeri: le prime 7 cifre indicano il contribuente, le seguenti 3 cifre stanno ad indicare il codice dell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate di riferimento, l’ultima cifra, infine, ha carattere di controllo.

Il costo dell’apertura della partita iva

L’ apertura della partita IVA è apparentemente facile ed ha un costo pari a ZERO. Non è tutto ora però quello che luccica. Se si procede in autonomia sarà necessario recarsi presso l’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate più comodo o vicino; sarà necessario compilare i moduli richiesti dall’impiegato allo sportello per ottenere il proprio numero che viene rilasciato in tempo reale. Purtroppo questo è possibile soltanto nei casi dei liberi professionisti; l’apertura di una partita IVA che prevede anche l’iscrizione in camera di commercio e registro delle imprese sarebbe incompleta ed errata.

Inoltre, in tutti i casi (anche per il professionista) sarà necessaria l’iscrizione ai fini INPS; se siete impresa (commerciante, artigiano, agente di commercio, ecc.) con le pratiche di inizio attività sarà necessario dare comunicazione a INPS e spesso anche a INAIL. Un professionista non iscritto ad albi o ordini invece all’INPS gestione separata.

Se quindi può apparire tutto molto semplice all’inizio in realtà l’errore è dietro l’angolo. È consigliato avvalersi di un consulente che si faccia carico di tutti gli oneri burocratici amministrativi. Gli unici costi da sostenere eventualmente saranno dovuti alla consulenza del professionista che vi seguirà (in fase di apertura della partita IVA) e alla tipologia di regime fiscale e sistema contabile prescelto (dal quale derivano adempimenti periodici durante l’anno e costi diversi).

Se procedete all’apertura della partiva IVA da liberi professionisti non sosterrete alcun costo (in quanto Agenzia delle Entrate non richiede alcun onere), nel caso di società o ditte individuali per l’iscrizione alla camera di commercio si dovranno sostenere dei costi aggiuntivi (compenso del professionista + spese per l’istruttoria oltre ai diritti e bolli che le camere di commercio addebitano direttamente al consulente). Spesso inoltre, come capita nelle attività di commercio, sarà necessario eseguire degli adempimenti nei confronti del comune (c.d. SCIA) che comporta ulteriori oneri.

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Perché incaricare un intemediario

È una scelta intelligente e conveniente perché per prima cosa permette di evitare errori e sanzioni nella compilazione dei moduli e in secondo luogo di risparmiare tempo concentrandosi esclusivamente sul proprio business. Si devono infatti considerare gli adempimenti successivi alla apertura della partita IVA, come per esempio tutti gli adempimenti contabili da fare durante l’anno e la dichiarazione dei redditi. Quest’ultima è decisiva perché da questa scaturirà l’entità delle tasse da pagare.

Come avrete capito, l’apertura della partita IVA è solo l’inizio. Con le giuste proporzioni, più o meno come quando si compra un’auto nuova. Questa va immatricolata, apposta la targa, assicurata. Inoltre pensate a tutte le manutenzioni del meccanico e dell’elettrauto durante gli anni. Lascereste mai la vostra nuova auto ferma in garage per paura che accada qualcosa che sconoscete completamente? Come se non bastasse, il territorio delle riforme fiscali è quello più soggetto a cambiamenti e tu dovendoti concentrare sul tuo business rischieresti di perdere di vista eventuali novità e commettere stupidi errori.

Il codice ateco

All’atto di apertura della partita IVA inoltre sarà necessario stabilire in quale campo di attività si andrà ad operare. Questi campi di attività sono categorizzati in un catalogo di codici: i c.d codici ATECO. Ed ecco un altro dei motivi per cui rivolgersi a degli esperti. Non tutti i codici ATECO ad esempio sono adatti per un’attività da libero professionista; si rischierebbe ad esempio di essere commercianti o artigiani a propria insaputa mentre si è convinti di essere dei professionisti! O peggio l’INPS non riuscirebbe a iscrivere correttamente il tuo profilo nella gestione previdenziale corretta a causa dell’ATECO scelto.

Ad esempio un fotografo potrebbe essere configurato come artigiano ma anche come libero professionista. La scelta di una strada piuttosto che di un’altra, porta a costi e oneri totalmente diversi durante l’anno. Scegliere il codice ateco giusto non è facile. Non basta scegliere quello che più ci piace ma è necessario verificare se ciascuno codice attività è compatibile con l’attività che vogliamo svolgere. Spesso il fai da te ha comportato pesanti sanzioni inflitte anche dall’INPS a contribuenti poco attenti o faciloni.

Il regime fiscale

Quale regime fiscale devo scegliere per la mia Partita IVA?

All’atto di apertura della partita IVA sarà necessario scegliere anche il regime contabile e fiscale a cui sottoporsi. La scelta è ormai limitata pressoché a 2 modalità: o si sceglie il regime forfettario (in vigore dal 2016) o un regime fiscale tradizionale (la c.d. contabilità a IVA semplificata o ordinaria). Nella fase preliminare d’apertura, un buon professionista può consigliare se conviene o meno il regime forfettario e valutare con te il possesso dei requisiti per l’accesso al regime. Queste scelte comportano spesso migliaia di euro di risparmi per imposte e contributi.

Conclusioni

Per questi motivi sconsigliamo di procedere autonomamente all’ apertura della partita IVA (anche nel caso di liberi professionisti) in maniera autonoma. Il consulente di fiducia può evitarti pesanti sanzioni nel caso di errori. Per di più, gli impiegati dell’agenzia delle entrate non sono tenuti ad effettuare alcuna consulenza allo sportello se ci si reca fisicamente da loro per l’apertura  della partita IVA.

Vuoi un consiglio? Visto che noi di Partitaiva24.it non ti chiediamo alcun compenso, apri la tua partita IVA con noi. E se sei un’impresa ti chiederemo soltanto un piccolo compenso oltre alle spese vive per iscriverti in camera di commercio e registro delle imprese. Nella consulenza preliminare verificheremo insieme a te il tuo profilo, i requisiti, la convenienza o meno di aderire al regime forfettario. Ricordiamo a tutti che aprire una partita IVA non è soltanto scegliere uno o più codici Ateco. Vanno fatte ben altre riflessioni di natura consulenziale precedenti la fase effettiva di apertura.

Al fisco non piace essere preso in giro e soprattutto l’ignoranza non è ammessa.

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Pubblicato il: 25/09/2017
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    7 commenti
  1. Carmen Nacher Escriche ha detto:

    Salve, sono un docente di spagnolo nella scuola pubblica. Vorrei iniziare ad organizzare corsi per adulti, per bambini.. è necessario aprire la partita iva anche in questi casi oppure esistono altre formule per poter essere in regola? grazie mille.

    • Michele (Partitaiva24.it) ha detto:

      Buongiorno Carmen,

      si, sarà necessario aprire partita iva. Per prima cosa però dovrai chiedere autorizzazione al tuo dirigente scolastico.

  2. Ferrandino Giancarlo ha detto:

    Salve.
    Sono un Fisioterapista e dal 01.07 scatta iscrizione all’Ordine(dopo 40 anni!). Prima domanda sono obbligato a iscrivermi?Essendo dipendente statale e svolgendo ora prestazioni occasionali tra privati fino a 5000 euro mi converrebbe il regime forfettario o ordinario considerando il reddito dipendente di 22.000 euro più un reddito da affitto di 9.000 euro annui?

    Grazie e saluti.

    • Michele ha detto:

      Buon pomeriggio Giancarlo,

      sì, dovrebbe iscriversi al nuovo maxi-ordine tuttavia, almeno per il momento, le regole dovrebbero rimanere invariate dal punto di vista fiscale e contributivo. In relazione alla convenienza di aprire o meno partita iva sarebbe necessario approfondire il discorso. Se volesse una prima consulenza preliminare gratuita la invito a scriverci ad info@partitaiva24.it.