Cominciamo con lo sfatare il famoso mito dei 5000 euro. Non è vero che entro questa soglia si può sempre intraprendere, a prescindere, qualsiasi attività economica (imprenditoriale o di libera professione) senza aprire la partita IVA. Seconda balla che gira online e offline riguarda invece i singoli importi nelle operazioni di vendita ad esempio fatte con un e-commerce: molte persone sono convinte (sbagliando) che vendere su internet centinaia di oggettini a cifre irrisorie non comporti affatto alcun obbligo nell’apertura di una partita IVA. Altri ancora sostengono (sbagliando sempre) che se si è già dipendenti presso un’azienda, allora non sarebbe possibile mettersi in regola nel fare un lavoro extra e quindi si dovrebbe per forza lavorare in nero senza partita IVA. Queste sono soltanto alcune delle convinzioni “errate” o delle leggende metropolitane che affollano il web. Per evitare di smontare tutte le castronerie che si leggono in giro è opportuno andare subito al sodo, fornendo la risposta corretta al famoso quesito: “quando è obbligatorio avere una partita IVA ed essere in regola al 100% con il fisco” ?
La risposta apparentemente è semplice: se l’attività che svolgiamo è caratterizzata da abitualità e continuità, ovvero facciamo un lavoro con regolarità, stabilità e sistematicità siamo obbligati ad aprire la partita IVA.
IL FALSO MITO DEL LIMITE DI FATTURATO
Possiamo quindi smentire una volta per tutte quel famoso paletto, del tutto errato, che è il limite di fatturato, ovvero i ricavi annui. In altre parole dobbiamo aprire partita IVA ogni volta che stiamo svolgendo un’attività in maniera non più occasionale ma costante nel tempo con le caratteristiche sopraccitate. Si, anche se guadagniamo poco! È bene ricordare inoltre che tutte le professioni non libere (mi riferisco ad esempio a quello che prevedono l’iscrizione a un albo/ordine come gli ingegneri, geometri, avvocati,ecc) non possono essere svolte in maniera occasionale ma esclusivamente con il possesso di una partita IVA. Il famoso limite dei 5000 euro inoltre, spesso citato a sproposito, non è neppure il limite corretto che segna il confine tra le prestazioni occasionali e l’obbligo di avere partita IVA.
Sfatiamo un’altra leggenda metropolitana! Il limite dei 5 mila è la soglia oltre la quale si è costretti a iscriversi alla gestione separata INPS anche se si sta svolgendo un lavoro occasionale. Ad esempio, se un’azienda ci contatta e ci offre per una nostra consulenza una tantum o per la creazione di un sito e-commerce la cifra di 7800 euro (nell’ipotesi sempre che si tratti di occasionalità) potremmo benissimo emettere una ricevuta di prestazione occasionale per 7800 euro nonostante si superino i 5000 euro e sulla differenza andrà pagato il 25,72% di INPS aggiuntivo. Chiaramente non avrebbe molto senso fare prestazioni occasionali di tali importi. Ricordiamo che fino a 30.000 euro si potrebbe aprire una partita IVA in regime forfettario e risparmiare molti soldi in termini di minori imposte e adempimenti contabili e fiscali (VEDI QUI).
LE FAQ PIÙ COMUNI SULLA PARTITA IVA
Spesso alcuni lettori ci pongono queste domande, alle quali rispondiamo pubblicamente perché sono veramente molto diffuse:
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“Anche se lavoro tutto l’anno soltanto nei week-end devo aprire la partita IVA?” – Si, certo. L’attività è sistematicamente svolta a cadenza regolare, non è affatto occasionale o una tantum.
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“Lavoro già come dipendente in un’impresa e ho contratto full-time, ma vendo online e ho aperto un profilo ebay che sta riscuotendo un certo successo. Devo aprire partita IVA?” – La risposta è SI, inoltre dato che si ha già un lavoro dipendente full time aprendo la partita IVA non si sarebbe sottoposti alla gestione commercianti dell’INPS. Un gran bel vantaggio.
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“E’ vero che se mi promuovo su facebook con le pubblicità a pagamento o soltanto con dei semplici post gratuiti devo avere una partita IVA?” – Si, perché se si ci pubblicizza regolarmente vuol dire che non stiamo facendo un lavoro occasionale, ma stiamo dando alla nostra attività sistematicità e un minimo di organizzazione strategica e commerciale.
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“Se di tanto in tanto creo qualche sito internet per i miei clienti so che posso usare le prestazioni occasionali, ma se mi faccio un sito web per promuovere la mia attività sono costretto ad aprire partita IVA? – Se ti promuovi il tuo lavoro non è più occasionale; se hai un sito web, dei biglietti da visita o peggio ti stai promuovendo anche con dei volantini e tramite altri canali, sei assolutamente obbligato ad avere una partita iva.
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Sto facendo dei lavoretti amministrativi per conto di un’azienda, mi hanno dato una scrivania e un PC, in un anno guadagnerò meno di 5000 euro e il titolare mi ha detto di informarmi se posso emettere delle ricevute di prestazione occasionale invece della fattura. Dovrei recarmi da loro 3 pomeriggi a settimana. – Premesso che la collaborazione occasionale non può comunque superare i 30 giorni in un anno, nel tuo caso mancano gli altri requisiti dell’occasionalità; la tua attività purtroppo è stabile e continuativa. Meriterebbe un approfondimento ulteriore inoltre il fatto che tu lavori sotto il loro controllo e coordinamento (addiritutura in una loro postazione, 3 giorni a settimana) motivo per cui la tua mansione potrebbe anche apparire come un rapporto di lavoro dipendente “camuffato”.
Per concludere, senza voler fare terrorismo psicologico ricordiamo che la mancata apertura della partita IVA è sanzionata pesantemente dagli organi competenti, in primis dall’Agenzia delle Entrate. Basti pensare che la mancata fatturazione delle operazioni poste in essere implicherebbe il mancato versamento da parte nostra dell’IVA oltre alla mancata tassazione dei proventi e compensi mai dichiarati nel modello UNICO (oggi modello Redditi). Gli ispettori non sarebbero affatto clementi e i danni sarebbero molto più grossi rispetto ai costi sostenuti con un’apertura di una partita IVA fatta ad esempio con il regime agevolato forfettario (VEDI QUI).
Mariella
Buongiorno, intanto complimenti per l’articolo. Volevo sapere se oltre alla partita iva che aprirò con voi sicuramente (sono un grafico e sono anche una consulente Seo) potrei eventualmente fare ancora delle prestazioni occasionali per ricevere dei soldi per attività extra. Spesso ad esempio faccio la hostess per alcune fiere e manifestazioni e con la mia attività da partita iva non c’entra nulla questa attività extra del tutto saltuaria? grazie mille in anticipo per la risposta
PartitaIva24.it
Certamente, nessun problema se quello che viene fatto occasionalmente (e che non è la medesima attività svolta con partita iva) viene dichiarato con la prestazione occasionale. Si ricordi che lei sarà soggetta in questo caso a subire una ritenuta d’acconto del 20%, cosa che invece non accade con la fattura in regime forfettario. Può contattarmi quando vuole (vedi pagina contatti)
Giorgia
Complimenti, articolo veramente utile. Il discorso dei 5 mila euro è stato illuminante.
Alex
se io ad esempio incasso 8.000 euro per un lavoro occasionale ma ad esempio ho sostenuto 3000 di spese di materiale per poterlo effettuare , quest’ operazione va calcolata come incasso di 5000 e quindi ritenuta occasionale oppure l’importo e 8000 ?
Michele
Ciao Alex,
la ritenuta d’acconto sarà applicata sul totale da te indicato nella ricevuta di prestazione occasionale.
Se il compenso stabilito tra te e il committente è di 8.000 mila euro, la ritenuta sarà calcolata su 8.000 indipendentemente dai costi sostenuti.
manuela
Salve,
io lavoro occasionalmente con diverse testate e vengo pagata con ritenuta d’acconto. In totale non supero i 5000 euro annui. E dunque non ho una Partita Iva. Se in questo momento però venissi assunta per un tirocinio in un’azienda, oppure come classica dipendente con contratto indeterminato, potrei proseguire a scrivere ogni tanto qualche pezzo, continuando ad essere pagata con ritenuta d’acconto? Oppure dovrei aprirmi la P. Iva? Grazie
Michele
Buongiorno Manuela,
Si potrai comunque continuare ad utilizzare la prestazione occasionale anche qualora fossi dipendente o tirocinante. Ovviamente, dovrà trattarsi sempre di una prestazione occasionale e non di un’attività che svolgi in maniera continuativa ed abituale.
Valentino Pileggi
Buongiorno e grazie per gli innumerevoli consigli.
Vorrei sapere gentilmente se il limite dei famosi 5.000 € va calcolato sommando i vari redditi percepiti oppure ogni singola attività va calcolata a sé.
Ad es. se svolgo 3 lavori occasionali, percebendo 4.000 € per ciascuno di essi, sono obbligato ad aprire P.IVA?
Grazie mille, Valentino
Michele
Buon pomeriggio Valentino,
il limite va calcolato sommando tutte le prestazioni occasionali e non per ogni prestazione. Inoltre, non è tanto il limite dei 5.000 € oltre il quale sorge l’obbligo di apertura quanto se l’attività viene volta in maniera continuativa o meno.
Marco
Buongiorno, mio figlio lavora saltuariamente come modello, lavori anche di un solo giorno, e non sa se è obbligato ad aprire la partita iva o se comunque gli conviene aprirla per pagare meno tasse (mi sembra che siano il 5%). Che cosa consigliate? Grazie
Michele
Buongiorno Marco,
per valutare obbligatorietà e convenienza di aprire una nuova partita iva nel tuo caso specifico ti invito a richiedere una consulenza gratuita compilando il form presente nella nostra home page.