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Maternità anche per i professionisti in gestione separata

Spesso ciò che fa desistere dal mettersi in proprio aprendo la propria partita IVA è il dire addio alle ferie e alle tutele previdenziali di cui godono i lavoratori dipendenti.

Una di queste tutele senza dubbio riguarda l’indennità di maternità e paternità. Al fine di poter garantire una maggiore tutela ai lavoratori autonomi, con la legge 81 del 2017 ci sono state importanti modifiche proprio sul tema del congedo parentale. Come si evince dal titolo del contenuto queste modifiche riguardano tra gli altri i lavoratori iscritti alla gestione separata. Vediamo di cosa si tratta.

Sommario

Il congedo parentale

Quanto dura il congedo parentale

Come si richiede l'indennità

A quanto ammonta l'indennità per il congedo parentale

Come viene trattata fiscalmente la maternità

Come funziona il congedo parentale

Maternità e regime forfettario

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Il congedo parentale

Il congedo parentale, meglio conosciuto come maternità è quel periodo di astensione al lavoro che viene concesso ai genitori per prendersi cura del proprio bambino nei primi anni di vita. Ricordiamo che il congedo è esteso anche nel caso dell’adozione e non solo per la nascita.

Per coloro che sono iscritti alla gestione separata dell’INPS (professionisti o anche altri lavoratori iscritti) viene messo a disposizione il congedo parentale con relativa indennità.

Per aver diritto al congedo parentale è necessario che si sia iscritti alla gestione separata come professionisti o lavoratori a progetto e contemporaneamente non si sia iscritti ad altre forma di previdenza o si sia percettori di pensione. Inoltre deve anche sussistere, al momento della richiesta, un rapporto di lavoro in corso di validità.

Quanto dura il congedo parentale

Il periodo di maternità/paternità totale è pari a 6 mesi. I 6 mesi devono essere contati anche se fruiti grazie anche ad un altra gestione o cassa previdenziale.

Come si richiede l’indennità

La domanda d’indennità deve essere presentata personalmente sul sito di INPS oppure attraverso un patronato.

A quanto ammonta l’indennità per il congedo parentale

L’ammontare dell’indennità viene calcolata facendo riferimento a ciascuna giornata dal periodo indennizzabile nella misura del 30% di 1/365 del reddito prodotto dall’attività lavorativa del professionista nei 12 mesi precedenti.

Facendo un esempio: se il congedo parentale inizia il 30 luglio del 2019, il periodo indennizzabile inizia con la stessa data. I 12 mesi rilevanti alla determinazione del reddito saranno compresi tra il 30 luglio 2019 e il 30 luglio del 2018.

Se quindi il reddito prodotto è stato pari a €24.000, tenendo conto del 30% e diviso per 365: l’importo giornaliero da erogare sarà 19,70 €.

Il pagamento verrà disposto direttamente da INPS.

Come viene trattata fiscalmente la maternità

Secondo il TUIR, l’indennità per il congedo parentale, percepita in sostituzione al reddito da lavoro autonomo costituisce un reddito della stessa categoria. In questo senso, all’atto del pagamento dell’indennità stessa, qualora il reddito debba essere sottoposto a ritenute o detrazione d’imposta queste verranno applicate direttamente.

Come funziona il congedo parentale

Come si accennava sopra il periodo di congedo non può essere superiore a 6 mesi e può essere richiesto fino al compimento dei tre anni di vita del bambino. Il limite complessivo dei sei mesi poi è cumulativo per entrambi i genitori ed è riferito a i diversi trattamenti previdenziali. Inoltre, è importante precisare che i sei mesi complessivi possono essere anche frazionati in giorni, non è necessario quindi richiedere tutta l’indennità in un’unica soluzione.

Facciamo degli esempi pratici:

Se il padre, lavoratore dipendente, ha usufruito di 4 mesi di congedo parentale indennizzato, alla madre iscritta alla gestione separata potrà usufruire di due mensilità di congedo parentale che potrà richiedere anche spezzettati fino al compimento del terzo anno di età del proprio figlio.

È importante precisare che con la circolare 109 del 2018 si afferma che non è obbligatoria l’astensione dell’attività lavorativa ai fini dell’erogazione dell’indennità.

Maternità e regime forfettario

Poniamo adesso il caso di un professionista in regime forfettario che riceve l’indennità di maternità da parte della Gestione Separata INPS. Verosimilmente, l’INPS, sulla somma erogata effettuerà una trattenuta del 20% a titolo d’acconto.

Come sappiamo però il forfettario non effettua così come non subisce le ritenute d’acconto. Questa ritenuta potrà essere recuperata? Si potrà chiedere a rimborso? Ma prima di ogni cosa quest’indennità deve essere tassata?

Il TUIR, all’art. 6 comma 2 dispone che: “ i proventi conseguiti in sostituzione di redditi, anche per effetto di cessione dei relativi crediti, e le indennità conseguite, anche in forma assicurativa, a titolo di risarcimento di danni consistenti nella perdita di redditi, esclusi quelli dipendenti da invalidità permanente o da morte, costituiscono redditi della stessa categoria di quelli sostituiti o perduti”.

Alla luce di quanto affermato quindi, l’indennità percepita dovrà essere tassata allo stesso modo del reddito del contribuente forfettario e quindi con l’imposta sostitutiva. L’importo dovrà essere riportato nel quadro LM al rigo 22 del modello Redditi PF.

Sicuramente INPS come prassi all’erogazione dell’indennità effettua la trattenuta come sostituto d’imposta. Per il contribuente in regime forfettario però potrà essere richiesto lo scomputo dalle proprie imposte da versare in sede di dichiarazione.

Così come l’indennità, anche l’ammontare della ritenuta dovrà essere riportata nel modello unico PF ed indicata al quadro RS al rigo 40 e poi riportare il tutto al rigo LM 41 e/o al rigo RN33.

Ricordiamo che la ritenute potranno essere scomputate solo se non sia stata già rimborsata la somma oppure non sia stata già effettuata la richiesta di rimborso ad agenzia dell’entrate.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 06/07/2019
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