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Aprire partita IVA online per consulente per la sicurezza

In un contesto mutevole come quello attuale, dove quasi giornalmente ci sono degli stravolgimenti, è quasi impossibile rimanere aggiornati su tutte le normative. In questo senso, sempre di più, moltissime aziende, si rivolgono a degli esperti del settore. Nello specifico oggi, approfondiremo dal punto di vista fiscale e contributivo la figura del consulente per la sicurezza sul lavoro, una figura professionale interdisciplinare alla quale si rivolgono quasi tutte le imprese per il loro piano di sicurezza. Se avete deciso che questa sarà la vostra professione, per essere totalmente in regola sappiate che dovrete aprire la vostra partita IVA come consulente per la sicurezza. Prima però, leggete questa guida per conoscere quali sono i vantaggi per i consulenti per la sicurezza che aprono la loro partita IVA in regime forfettario.

Sommario

Chi è il consulente per la sicurezza

Il regime forfettario per il consulente per la sicurezza

Come aprire la partita iva online per consulente per la sicurezza

I vantaggi del regime forfettario per il consulente sulla sicurezza

Quanto paga di imposte e contributi un consulente per la sicurezza

Come emette la fattura un consulente per la sicurezza in regime forfettario

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Chi è il consulente per la sicurezza

Il consulente per la sicurezza è un professionista che può svolgere la propria attività come lavoratore autonomo. Egli si occupa prettamente di sicurezza sui posti di lavoro ma non solo. Le sue competenze interdisciplinari infatti, lo portano a toccare anche gli aspetti della salute dei lavoratori e la qualità dell’ambiente.

Per fare il consulente per la sicurezza come mestiere non esistono particolari percorsi formativi specifici, sicuramente però sebbene non necessaria, una laurea è sempre un buon punto di partenza, nello specifico gli indirizzi più utili al fine di diventare un consulente in materia di sicurezza sono quelle ingegneristiche, economiche o giurisprudenziali.

Terminati gli studi ovviamente, per certificare le proprie competenze sarà necessario frequentare dei corsi di formazione oltre che un certo periodo di tirocinio. Inoltre, come requisito indispensabile al fine di essere riconosciuto come un consulente per la sicurezza professionista è l’iscrizione al registro di un ente certificato come AIFOS. AIFOS inoltre, rappresenta il soggetto formatore e organizzatore dei corsi professionalizzanti per coloro che hanno intenzione di diventare consulenti per la sicurezza sul lavoro. Dopo l’iscrizione al registro dei consulenti per sicurezza sul lavoro ed aver raggiunto un certo grado d’esperienza, come per tutte le attività di lavoro autonomo per essere considerati dei professionisti a tutti gli effetti dovrete aprire la vostra partita IVA.

Vediamo quindi quale partita IVA aprire.

Il regime forfettario per il consulente per la sicurezza

Presa la decisione di aprire la partita IVA ci si trova di fronte ad un ulteriore scelta, il regime fiscale al quale assoggettarsi.

Il regime fiscale più conveniente per chi decide di avviare una nuova attività è senz’altro il regime forfettario. Per poter aderire a tale regime però il contribuente ha dei requisiti da rispettare:

  1. limite dei ricavi e compensi previsti max 85.000 € annui (da ragguagliare se l’apertura avviene in corso d’anno).

Ricordiamo che fino al 2022 il tetto massimo di reddito era di € 65.000 che è stato innalzato a € 85.000 con l’approvazione della legge di bilancio 2023.

Attenzione però! Sono previste delle cause di esclusione dal regime forfettario (anche se si è in possesso dei requisiti elencati sopra) ai sensi dell’art. 1, comma 57, legge n. 190/2014. Nel caso specifico del consulente per la sicurezza:

Una volta constatato di avere i requisiti per aderire al regime forfettario, si potrà procedere ad aprire la partita IVA.

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Come aprire la partita iva online per consulente per la sicurezza

Verificati i requisiti per il regime forfettario, la partita IVA si può aprire recandosi all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, compilare il modello AA9\12 e consegnarlo agli impiegati allo sportello. La fase di compilazione è molto delicata in questa fase si dovrà indicare l’eventuale adesione al regime forfettario e si dovrà anche scegliere il codice ATECO che indica l’attività che si andrà a svolgere.

Ricordiamo che il consulente per la sicurezza, in generaleè uno di quei professionisti sprovvisti di cassa di previdenza e di conseguenza per il suo trattamento previdenziale obbligatorio capo alla gestione separata INPS.

Sembra tutto facile tuttavia, aprire una partita IVA non è così semplice come appare. Aprirla è solo il primo passo dopo di che questa deve essere anche gestita. Degli errori in sede di apertura come la scelta del regime fiscale o del codice ATECO sbagliato possono costare caro. Consigliamo sempre di affidarsi ad un professionista, egli si capirà la tua situazione e saprà consigliarti la soluzione migliore.

Inoltre, solo un ente abilitato, come un commercialista o una società di consulenza può aprire una partita IVA online, da privati dovrete recarvi necessariamente di persona ad un ufficio dell’agenzia dell’entrate.

I vantaggi del regime forfettario per il consulente sulla sicurezza

Le semplificazioni in materia di IVA

Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture del consulente sulla sicurezza quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà il consulente per la sicurezza nella gestione della partita IVA. Questo perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.

Un’unica imposta

Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta.

Nessuna ritenuta d’acconto

Il regime forfettario, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo, regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto il consulente per la sicurezza è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.

Quanto paga di imposte e contributi un consulente per la sicurezza

Il consulente per la sicurezza in regime forfettario pagherà sul reddito imponibile, determinato moltiplicando i ricavi percepiti per il coefficiente di redditività previsto per il suo codice ATECO, un’imposta in misura pari al 15%.

Ricordiamo che nel caso di start-up, invece, è prevista una riduzione dell’aliquota d’imposta che sarà pari al 5% anziché al 15% per i primi cinque anni dall’avvio dell’attività, dopodiché si passerà all’aliquota normale del 15%.

Facciamo un esempio immediato:

Ipotizziamo che il nostro consulente per la sicurezza startup, nel suo primo anno di attività, raggiunga il fatturato annuale massimo per restare in regime forfettario: € 7.000.

Fatturato € 7.000

Coefficiente di redditività previsto per questo codice Ateco: 78%

Calcolo delle imposte: (7.000 x 78%) x 0,05 = € 273

Riguardo i contributi INPS, questi saranno calcolati sullo stesso imponibile calcolato sopra e l’aliquota di riferimento è pari al 25,72%.

Ricordiamo che per i contribuenti che fanno capo alla gestione separata INPS non c’è una quota fissa annuale da pagare.  Il consulente per la sicurezza infatti, verserà contributi solo se avrà conseguito dei ricavi.

Ipotizziamo sempre un calcolo approssimativo con il nostro consulente per la sicurezza che ha un fatturato di € 7.000.

Fatturato € 7.000

Coefficiente di redditività previsto per questo codice Ateco: 78%

Calcolo dei contributi previdenziali: (7.000 x 78%) x 25,72% = Euro 1.404,31

Nota importante! Nel caso in cui il professionista decide di aprire la partita IVA ad esempio nel 2020, imposte e INPS relativi al 2020 saranno pagati nell’estate del 2021.

Come emette la fattura un consulente per la sicurezza in regime forfettario

Come anticipato in apertura, riportiamo un esempio di fattura per il caso del consulente per la sicurezza in regime forfettario.

Dall’esempio seguente potrete notare come vengano citati riferimenti normativi dell’adesione al regime forfettario e il riferimento alla marca da bollo da applicare se la fattura ha un importo superiore a 77,47 €.

Consulente per la sicurezza libero professionista in regime forfettario

Mario Ringo
Viale Suzzani 141
Milano (MI)
Codice fiscale:
Partita IVA:

Nome e cognome del cliente\ rag. soc. cliente

Viale gran Sasso 87
35131 Padova
Codice fiscale:
Partita IVA:

Documento: FATTURA      Numero: 1       Data: 1/10/2019

……………….. Descrizione prestazione ……………………………

Compenso professionale                                              € 152,00

IVA                                                                                   € 0,00

totale  documento                                                   € 152,00

+ bollo                                                                               € 2,00

netto a pagare                                                           € 154,00

Operazione senza applicazione dell’IVA ai sensi dell’art.1, comma 58, Legge 190/2014, regime forfetario; operazione senza applicazione della ritenuta alla fonte a titolo di acconto ai sensi dell’art.1, comma 67, Legge 190/2014

Applicata marca da bollo da 2 euro sull’originale se l’importo della fattura supera 77,47 Euro

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 31/08/2018
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