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Apertura partita IVA online per parrucchiere

Oggi, nel nostro blog, abbiamo deciso di creare una guida per tutti quei parrucchieri che hanno intenzione di mettersi in proprio aprendo la propria partita IVA. Vedremo nello specifico come fare per aprire un salone da parrucchiere, se sono necessari particolari requisiti per avviare la propria attività e quale è il regime fiscale più conveniente al quale assoggettarsi per essere in regola con il fisco.

Sommario

Il parrucchiere

Come si apre la partita iva per parrucchiere

I requisiti professionali del parrucchiere

I vantaggi del regime forfettario per parrucchiere

Gli obblighi da rispettare nel forfettario

Quanto paga di imposte e contributi un parrucchiere in regime forfettario

Le autorizzazioni per l'apertura di una salone da parrucchiere

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Il parrucchiere

Quella del parrucchiere è un’attività artigianale e il parrucchiere è quell’artigiano specializzato nel taglio, l’acconciatura e la cura della capigliatura. Solitamente il termine per lo più viene utilizzato al femminile ed il corrispettivo maschile viene identificato nel barbiere, il quale si occupa anche della modellatura e l’acconciatura della barba. Oggi però questa differenziazione si va sempre più assottigliando e capita spessissimo che gli uomini dicano: “oggi andrò dal parrucchiere“.

Negli ultimi tempi, un salone da parrucchiere però non si occupa più solo del taglio e dell’acconciatura dei capelli ma offre anche dei servizi collaterali ospitando, per esempio, veri e propri estetisti al proprio interno in modo da creare in tutto e per tutto un vero e proprio salone di bellezza per uomini e donne.

Per diventare parrucchiere professionista è bene sapere però che oltre a molti anni di pratica e studio è necessario anche un diploma che attesti e certifichi l’ottenimento dei requisiti professionali richiesti dalla normativa.

Come si apre la partita iva per parrucchiere

Aprire la partita IVA come parrucchiere e la contestuale iscrizione in camera di commercio all’albo degli artigiani è il primo passo per essere in regola. Questa procedura avviene attraverso una comunicazione unica ai diversi enti preposti (Agenzia dell’Entrate, CCIA ed INPS), chiamata comUnica a cui possono accedere solo gli enti e i professionisti abilitati.

Inoltre, ricordiamo che l’iscrizione in camera di commercio richiede anche dei costi di avvio e quindi non è gratuito. I costi fanno riferimento a spese di istruttoria, diritti e bolli vari che variano da pratica a pratica.

L’apertura della ditta per per parrucchiere quindi non è gratuita e veloce come nel caso del libero professionista freelance (quest’ultimo infatti per essere in regola non deve iscriversi al registro delle imprese) e di certo non basta avere una partita IVA aperta senza aver fatto tutti gli adempimenti con il registro delle imprese/artigianato.

I requisiti professionali del parrucchiere

Come per tutte le attività, prima di cominciare, occorre essere ben informati se siano necessari dei requisiti professionali per intraprenderla. Spesso e volentieri infatti, molti ignorano la necessità di una qualifica professionale per intraprendere una attività imprenditoriale. Tra le altre, anche per la professione del parrucchiere sono necessari dei particolari requisiti professionali da parte del titolare della nuova impresa. Oltre ai normali requisiti di onorabilità dell’imprenditore al nuovo parrucchiere verranno richiesti, in sede di apertura, dei requisiti professionali.

La normativa prevede che la qualificazione professionale da parrucchiere/acconciatore si consegua mediante il superamento di un esame teorico-pratico preceduto da particolari itinerari formativi.

La qualifica di parrucchiere professionista quindi, si conseguirà attraverso uno dei seguenti percorsi:

I vantaggi del regime forfettario per parrucchiere

Constatata la presenza dei requisiti professionali, nel momento di apertura della partita IVA anche nel caso dell’attività del parrucchiere è importante il momento della scelta del regime fiscale.

Se si tratta di una nuova attività e non si pensa di dover sostenere alti costi per beni strumentali consigliamo di aderire al regime forfettario almeno per i primi tempi. Come spesso menzionato infatti, questo regime semplifica molto la vita ai contribuenti e permette un risparmio importante in termini di imposte e contributi. Ma vediamo quali sono le agevolazioni nello specifico per le imprese artigianali.

Le semplificazioni in materia di IVA

Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Le fatture del parrucchiere forfettario saranno esenti IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà il parrucchiere nella gestione della partita IVA. L’ assenza di IVA infatti, semplifica molti adempimenti del commercialista.

Un’unica imposta

Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15%. La differenza nell’aliquota dipende dal fatto se il contribuente può essere considerato start-up o meno. Inoltre, la presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse in Italia.

La contribuzione agevolata

L’INPS per il parrucchiere, appartenendo alla gestione artigiani prevede una agevolazione contributiva pari al 35 % se si aderisce al regime forfettario sia sulla contribuzione fissa che a percentuale. Ricordiamo che l’agevolazione non è implicita ma deve essere richiesta all’INPS, se si è appena aperta la partita IVA va fatta richiesta immediatamente.

N.B. ricordiamo che per tutti gli artigiani vige l’obbligo dell’iscrizione INAIL (di solito qualche centinaio di euro l’anno in base all’attività svolta e al profilo di rischio).

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Gli obblighi da rispettare nel forfettario

Se si vogliono mantenere tutte le agevolazioni sopra elencate, e vi assicuriamo che sono molto vantaggiose, si devono rispettare delle condizioni. Quelle più importanti, che spesso portano i nostri clienti a dover uscire dal regime agevolato sono:

Limite di fatturato

Per poter aderire al regime agevolato, come più volte fatto presente, devono essere rispettati dei limiti di fatturato annui. Il limite di fatturato è uguale per tutte le attività ed è di € 85.000 annui. Inoltre in caso di apertura della partita IVA in corso d’anno il limite di fatturato deve essere ragguagliato.

Assunzione dei dipendenti

Il limite previsto per mantenere il regime forfettario è di non erogare più di  euro 20.000 per stipendi verso dipendenti.

Limite beni strumentali

Con l’approvazione della nuova legge di bilancio non ci sono più limiti di costo per i beni strumentali.

Quanto paga di imposte e contributi un parrucchiere in regime forfettario

Prima di passare ad un esempio numerico è bene precisare che un parrucchiere oltre che l’INPS gestione artigiani è tenuto al pagamento dell’assicurazione INAIL che deve essere sommata ai conti effettuati di seguito. Questi importi sono fissi e da pagare a prescindere dal reddito conseguito.

Dopo questa premessa passiamo all’esempio.

La sig.ra Bodoni apre una ditta individuale da parrucchiera in regime forfettario start-up nel 2019 ed ha richiesto, in sede di apertura, anche l’agevolazione contributiva del 35%.

Ricordiamo che per poter continuare ad aderire al regime forfettario il suo limite di fatturato annuale sarà di € 85.000 ed il coefficiente di redditività con il quale saranno calcolate imposte e contributi è del 67 %.

ESEMPIO DI CALCOLO IMPOSTE E CONTRIBUTI 2020

Ipotizziamo che nel 2020 il fatturato totale (ovvero i ricavi lordi annuali) ammonti a € 25.000.

Il pagamento delle imposte relative al reddito del 2019 sarà a partire da fine Giugno 2020. Mentre, sarà dovuto il versamento dei contributi fissi già nel 2019 a rate.

I contributi fissi generalmente ammontano a € 3.600 ma, con l’agevolazione del 35% scendono a € 2.400. Questi, dovranno essere versati in 4 rate. Nel caso in cui si apra a Gennaio, la prima rata INPS da pagare sarà quella di Maggio in quanto la rata di Febbraio è intesa come a saldo della contribuzione dell’anno precedente. Di seguito riportiamo le scadenze per il versamento dei contributi fissi INPS.

Nel 2019 quindi, la sig.ra Bodoni verserà solo i contributi fissi per un esborso pari alle rate di Maggio, Agosto e Novembre (1800 € circa)

La sig.ra Bodoni sarà tenuta al versamento dei contributi fissi e al versamento delle imposte come saldo 2020 e acconto 2021. Precisiamo che per il calcolo delle imposte possono essere portati in deduzione i contributi.

Procediamo al calcolo.

Fatturato 2019: € 25.000

Contributi versati durante il 2019: € 1.800

Calcoliamo l’imponibile ai fini fiscali:

€ 25.000 x 67% = € 16.750

A questi € 16.750 dobbiamo dedurre i contributi versati che hanno un valore di € 1.800. Facendo la differenza l’imponibile impositivo per la sig.ra Bodoni sarà di € 14.950.

Imponibile fiscale 2019: (€ 25.000x 67%) – €1.800= € 14.950

Imposta 2019: € 14.950 x 5%= € 747,50

Ricordiamo che sarà dovuto anche l’acconto per l’imposta del 2021 in termini del 100% del saldo dell’imposta del 2019 nello specifico, altri € 747,50. L’acconto per il 2021 potrà essere pagato in misura del 40% a Giugno e il restante 60% a Novembre.

Di seguito riassumiamo quanto appena detto in una tabella con le relative scadenze.

DataAzioneValoreRilevanza per il calcolo delle imposte 2018
1/1/2020apertura
16/05/2020versamento prima rata INPS 2020€ 600si
22/08/2020versamento seconda rata INPS 2020€ 600si
 16/11/2020versamento terza rata INPS 2020 € 600si
31/12/2020chiusura esercizio, fatturato totale€25.000si
16/02/2021versamento quarta rata INPS 2020€ 600no
16/05/2021versamento prima rata INPS 2021€ 600no
30/06/2021versamento imposta 2020 + 40% acconto imposte 2021€ 747,50+ € 299   possibile rateizzare tale importo in 6 rate fino al 16/11no
22/08/2021versamento seconda rata INPS 2021€ 600no
16/11/2021versamento terza rata INPS 2021€ 600no
30/11/2021versamento 60% acconto imposte 2021€ 448,50   non è possibile rateizzare tale importono
31/12/2021chiusura esercizio 2021, fatturato totale€ 28.000no

Le autorizzazioni per l’apertura di una salone da parrucchiere

In conclusione è bene ricordare che dopo tutti gli adempimenti necessari per la tradizionale apertura della partita IVA, se si vuole anche aprire un salone da parrucchiere è necessaria anche l’autorizzazione all’esercizio dell’attività di parrucchiere che viene rilasciata dall’ufficio attività produttive del comune (SUAP) dove ha sede l’azienda.  Il rilascio dell’autorizzazione è subordinata a:

Consigliamo prima di sottoscrivere un contratto di locazione per un immobile dove esercitare in futuro l’attività, di verificare tutti i requisiti e in caso di dubbi farsi supportare da un geometra/architetto/ingegnere per eventuali problematiche di natura tecnica e non fiscale che poi sarebbero sollevate dal comune in sede di SCIA.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 27/09/2018
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    2 commenti
  1. Francesca iannucci ha detto:

    mi sembra una buona line da seguire, ma non ci sono gli aggiornamenti per il 2019